Alberto Mario Cirese

A domande concrete astratte risposte...

Alberto Mario Cirese (Avezzano 1921 – Roma 2011) è stato un etnografo, un antropologo e un politico italiano considerato tra i massimi studiosi di arti e tradizioni popolari. Ha insegnato all’Università di Cagliari, di Siena e presso l’Università La Sapienza di Roma facendo da subito scuola alle cui intuizioni si sono ispirati numerosi giovani antropologi.

Il rigore scientifico

Alberto Mario Cirese fu uno studioso rigoroso e profondo sostenitore dell’impegno etico e politico ricoprendo, a Rieti, la carica di consigliere comunale per il Partito Socialista Italiano per circa 25 anni. A Rieti fu anche assessore nella prima giunta comunale dopo la caduta del regime fascista, di seguito presidente della provincia. Dal 1956 al 1959 fece parte della commissione cultura nazionale del Partito Socialista Italiano tra l’altro scrivendo sull’Avanti, su Socialismo, sul Calendario del Popolo, su Mondo operaio e su Paese Sera.

Nella professione di etnoantropologo, Alberto Mario Cirese fu profondamente ispirato da Antonio Gramsci e dalla pratica etnografica da Ernesto de Martino con cui collaborò. Diventando tra i maggiori studiosi italiani di cultura popolare elaborando la teoria sui dislivelli di cultura.

La differenziazione culturale

Alberto Mario Cirese aveva intuito che le società delle moderne nazioni europee sono caratterizzate da diseguaglianze politiche e sociali come nord e sud, città e campagna, élite e classi popolari. Da qui ne sono conseguite differenze culturali interne per cui i vari gruppi in cui queste società si articolano hanno partecipato in modo differente alla produzione e al godimento dei beni culturali. Schematizzazioni generali che richiedono però un’indagine folklorica capace di rilevare in modo dettagliato i fenomeni di differenziazione culturale.

Alberto Mario Cirese fu interessato all’analisi della circolazione dei fatti culturali, quindi dal rapporto tra cultura egemone e culture subalterne. Diventando uno storico degli studi dedicandosi agli studi demologici con ricostruzioni di storie locali approfondendo, anche, le figure di studiosi, raccoglitori locali e intellettuali italiani degli ultimi due secoli.

La letteratura popolare

Alberto Mario Cirese, nel corso dei suoi studi, dedicò una particolarmente attenzione alle questioni della letteratura popolare, ovvero quei testi di tradizione orale e scritta, prodotti dal popolo e per il popolo. In questo era caro il tema dell’unità della mente e dell’esperienza umana con la considerazione dell’altro non come altro da sé ma come un altro sé. Rielaborò quindi le metodologie di analisi di Vladimir Jakovlevič Propp e Claude Lévi-Strauss. Ispirato dall’idea che la comparazione dei fatti culturali possa restituire l’immagine di un mondo di genti unite dalla comune appartenenza a una sola specie.

Altro ambito di attenzione scientifica in cui Alberto Mario Cirese fu maestro sul il censimento, la catalogazione, la classificazione, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali demo-etno-antropologici materiali e immateriali. Le sue analisi sono ancora oggi punto di riferimento per la catalogazione dei beni demo-etno-antropologici e per la museografia nell’ambito dei beni demologici.

Principali opere di Alberto Mario Cirese:

  • Saggi sulla cultura meridionale I. Gli studi di tradizioni popolari nel Molise. Profilo storico e saggio di bibliografia, 1955.
  • Volume secondo dei canti popolari del Molis , 1957.
  • La poesia popolare, 1958.
  • Poesia sarda e poesia popolare nella storia degli studi,1961.
  • Cultura egemonica e culture subalterne. Rassegna degli studi sul mondo popolare tradizionale,  1973.
  • Tradizioni orali non cantate, 1975.
  • Intellettuali, folklore, istinto di classe, 1976.
  • Oggetti, segni, musei. Sulle tradizioni contadine, 1977.
  • Intellettuali e mondo popolare nel Molise, 1983.
  • Segnicità fabrilità procreazione. Appunti etnoantropologici, 1984.
  • Ragioni metriche. Versificazioni e tradizioni orali, 1988.
  • La Lapa. Argomenti di storia e letteratura popolare (1953-1955), 1991.
  • Dislivelli di cultura e altri discorsi inattuali, 1997.
  • Il dire e il fare nelle opere dell’uomo, 1998.
  • Tra cosmo e campanile. Ragioni etiche e identità locali, 2003.
  • All’isola dei Sardi. Per un anniversario 1956-2006, 2006.
  • Beni volatili, stili, musei, 2007.

Ciao, sono Sergio Straface e sono un Antropologo. Mi occupo di ricerca etnografica e lavoro nel Marketing e nel Management dei Beni Culturali e del Territorio. Qui scrivo di tradizioni popolari e folklore – ricette e food – religiosità popolare – reportage – comunità storico-linguistiche calabresi – abbazie, chiese, conventi e santuari… insomma tutto quello che ha a che fare con l’universo etno-antropologico soprattutto in Calabria. Vai al Blog

Leggi anche
2 commenti
  1. Fabio Ernesto Tagetti
    Fabio Ernesto Tagetti dice:

    Credo valga la pena di sottolineare che Carlo Emilio Gadda, il maggiore scrittore del Novecento italiano, accenni alla collaborazione con Alberto Mario Cirese per Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, il più grande romanzo del Novecento italiano in cui il protagonista è molisano: è lo stesso Gadda a citarlo con riconoscenza. Vedi ‘I viaggi la morte’, Adelphi, 2023, p.125.

    Rispondi
    • Sergio
      Sergio dice:

      Salve,
      si certo, vale la pena ricordare le “imbeccate” di A. M. Cirese. Grazie mille per la sottolineatura di altissimo valore storico e letterario.
      Sergio

      Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *