Area Grecanica
L’area grecanica calabrese (nota anche come Bovesìa) è il territorio più meridionale della provincia di Reggio Calabria di cultura grecofona localizzato intorno alla vallata della fiumara dell’Amendolea. La comunità linguistica grecanica, assieme agli Arbëreshë e agli Occitani, è una delle tre minoranze storico linguistiche calabresi e comprende i comuni di Bagaladi, Bova, Bova Marina, Brancaleone, Condofuri, Melito di Porto Salvo, Palizzi, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo e Staiti.
L’area grecanica presenta tutt’oggi un contesto unico nel panorama antropologico del mediterraneo e conserva ancora un immenso patrimonio storico-culturale. Sono ancora fortissime le tracce ellenofone come presenza linguistica e culturale per esempio nella toponomastica, nell’onomastica e nel cosmo etno-antropologico, gli anziani parlano ancora il greco di Calabria e le tracce Bizantine sono ancora presenti sia negli usi che nelle tradizioni popolari.
La grecità in Calabria ha ridici antichissime: a partire dall’VIII secolo a.C. con la Magna Grecia per caratterizzarsi fortemente nel periodo Bizantino e Bova rivestì un’importanza esclusiva, sia amministrativa che religiosa, esattamente in questo periodo storico quando Bova era il fondamentale epicentro di tutta l’economia pastorale e contadina dell’area.
L’XI secolo fu la volta dei Normanni che intrapresero la progressiva conquista dei Themi Bizantini. Nonostante l’avvicendarsi di dominatori di fede romana comunque la latinizzazione trovò in Calabria una forte resistenza e, ancora nel XV secolo, quest’area era principalmente greca e le comunità locali erano ellenofone. Progressivamente la cultura greca da dominante divenne subalterna, e la definitiva imposizione del rito latino avvenne nel 1572, quando l’Arcivescovo Cipriota Stauriano impose il rito latino decretando la caduta dell’ultima diocesi orientale, Bova (antica sede vescovile con rito Greco Bizantino).
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!