Arjun Appadurai
Nella maggior parte delle scienze sociali, l’ordine sociale non è considerato un prodotto primario, bensì un sottoprodotto di comprovati sistemi di etichetta, di regole, di religioni o di una loro combinazione. E in genere, i sottoprodotti non vengono considerati come il risultato di un progetto.
Arjun Appadurai è un antropologo statunitense nato a Bombay (India) nel 1949. Docente di Media cultura e comunicazione alla New York University è considerato uno dei massimi esponenti degli studi postcoloniali.
La sua riflessione antropologica si fonda su ricerche etnografiche con la selezione di alcuni fatti culturali per arrivare a considerazioni su concetti come modernità e globalizzazione. Nel tentativo di comprendere le relazioni tra modernizzazione come evento e modernizzazione come teoria.
Per un’antropologia multi-situata
L’analisi di specifiche dinamiche culturali della globalizzazione ha portato Arjun Appadurai ad allontanarsi dall’idea di terreno come spazio delimitato e sicuro, per approdare in un’antropologia multi-situata dedita allo studio delle connessioni e delle ramificazioni. Studio che restituisce esperienze di relazioni inedite dell’identità e della cultura con la produzione di nuovi ambiti dell’immaginazione.
Da qui l’uso di termini con suffisso scape (in italiano orama) per assegnare una dimensione relazionale e prospettica dei flussi globali: ethnoscapes (etnorami) come migrazioni e diaspore umane; mediascapes (mediorami) come flusso dei simboli; technoscapes (tecnorami) come movimento delle tecnologie; finanscapes (finanziorami) come movimento del denaro; ideoscapes (Ideorami) come flussi di idee.
Maggiori pubblicazioni di Arjun Appadurai:
- Modernità in polvere, 2001;
- Sicuri da morire, 2005;
- Il futuro come fatto culturale, 2014;
- Scommettere sulle parole. Il cedimento del linguaggio nell’epoca della finanza derivata, 2016.
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