Franco La Cecla

La mia formazione da architetto non mi aveva fornito basi sufficienti per comprendere cosa significhi davvero abitare un luogo.

Franco La Cecla è un architetto e antropologo italiano impegnato nella riflessione della cultura dell’abitare con particolare attenzione all’incontro dell’antropologia con l’architettura e il territorio. A lui si devono due importanti contributi sull’argomento, due piccoli capolavori: Perdersi. L’uomo senza l’ambiente e Mente locale. Per un’antropologia dell’abitare.

La sua è una raffinata riflessione antropologica sulla cultura dell’abitare con particolare attenzione al rapporto tra l’uomo e lo spazio, alle dinamiche interattive e all’impatto sociale e culturale dell’architettura, in particolare quella urbana. La sua attenzione si posiziona sul come gli spazi siano vissuti e abitati, e sulle relazioni tra localismi e globalizzazione nell’organizzazione dello spazio nel modo di abitare i luoghi.

La sua può essere considerata una cosmologia dell’abitare. Franco La Cecla ritiene, infatti, che l’insediamento è una cosmografia, riassunto del cosmo e assieme il cosmo stesso, quindi centro del mondo da cui si possono lanciare le direzioni dell’orientamento. Insediamento abitativo, quindi, come un sistema ricorsivo adattativo che si autoregola e autoproduce.

E ancora, Franco La Cecla ritiene che mente locale sia una facoltà al pari della parola o del movimento che si acquisisce e permette di immaginare gli spazi, costruirli, trasformarli e usarli. Mente locale è dunque quella facoltà di vivere lo spazio che tutte le culture e gli individui possiedono, quella capacità di creare mappe mentali che ci consentono di abitare i luoghi.

La sua critica all’architettura contemporanea è radicale.

Maggiori pubblicazioni di Franco La Cecla:

  • Perdersi. L’uomo senza l’ambiente, 1988;
  • Mente locale. Per un’antropologia dell’abitare, 1995;
  • Non è cosa. Non siamo mai soli, 1998;
  • Saperci fare. Corpi e autenticità, 1999;
  • Ignoranza dei congedi, 2003;
  • Mente locale, 2004;
  • Il malinteso. Antropologia dell’incontro, 2005;
  • Surrogati di presenza. Media e vita quotidiana, 2006;
  • Contro l’Architettura, 2008;
  • Contro l’urbanistica, 2015;
  • Andare nel posto sbagliato. Il viaggio contromano, 2015.

Ciao, sono Sergio Straface e sono un Antropologo. Mi occupo di ricerca etnografica e lavoro nel Marketing e nel Management dei Beni Culturali e del Territorio. Qui scrivo di tradizioni popolari e folklore – ricette e food – religiosità popolare – reportage – comunità storico-linguistiche calabresi – abbazie, chiese, conventi e santuari… insomma tutto quello che ha a che fare con l’universo etno-antropologico soprattutto in Calabria. Vai al Blog

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