Giuseppe Pitrè
Giuseppe Pitrè (Palermo 1841 – 1916) fu un grande antropologo e intellettuale, il fondatore della moderna demo-etno-antropologia e riconosciuto dalla comunità antropologica come il più grande raccoglitore di tradizioni popolari siciliane sia per rigore scientifico sia per il dettaglio delle sue ricerche sul campo.
Giuseppe Pitrè, inoltre, ricevette da subito importanti riconoscimenti così, nel 1880 fondò l’Archivio per lo studio delle tradizioni popolari, nel 1903 fu nominato Presidente della Reale Accademia di Scienze e Lettere di Palermo mentre nel 1909 venne eletto socio dell’Accademia della Crusca. E ancora, fu presidente della Società Siciliana per la Storia Patria e nel 1914 ebbe la nomina di senatore del Regno d’Italia.
Nel 1910 crea il Museo Etnografico di Palermo (un autentico gioiello di museografia) con la raccolta di oggetti ricercati in tutta la Sicilia e nello stesso anno fu chiamato a insegnare demopsicologia che lui preferiva definire folclore all’Università di Palermo. Giuseppe Pitrè, inoltre, con le sue raccolte ispirò grandi letterati come Giovanni Verga e Luigi Capuana e le sue raccolte e fiabe furono tradotte e pubblicate perfino in America.
Principali opere di Giuseppe Pitrè:
- Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, 1871 – 1913;
- Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani e delle parlate siciliane, 1875;
- Grammatica Siciliana: un saggio completo del dialetto e delle parlate siciliane, 1875;
- Il Vespro Siciliano nelle tradizioni popolari della Sicilia, 1882;
- Novelle popolari toscane, 1885;
- La vita in Palermo cento e più anni fa, 1904;
- Medici, chirurgi, barbieri e speziali antichi in Sicilia (secoli XIII-XVIII), 1910.
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