James Clifford

Noi ci opponiamo alle limitazioni storico-istituzionali che rafforzano la distinzione fra il lavoro sul campo e un più ampio ventaglio di attività etnografiche. Il lavoro sul campo in antropologia è sedimentato con la storia della disciplina. E continua a funzionare come un rito di passaggio e un marcatore di professionalità.

James Clifford è un antropologo statunitense nato nel 1945 riconosciuto come il maggiore esponente della svolta letteraria in antropologia per via dei nuovi scenari postmoderni. James Clifford ritiene che al mutamento dell’oggetto della ricerca antropologica debba conseguire e corrispondere uno stile espositivo interpretativo. Qui l’autore mette in gioco se stesso nelle relazioni fluide, in costante movimento, di cui è parte.

James Clifford si accorge che la stabilità dei luoghi sia oggi compromessa, vedi pure i nonlughi di Marc Augé. Così come pare sia finita la certezza dell’identità, e allora addirittura il concetto di cultura entra in crisi. La cultura diventa un testo (rivoluzione epistemologica anticipata da Clifford Geertz) dove l’oggetto dell’antropologia diventa l’antropologo e il suo io narrante. Con attenzione privilegiata alla scrittura e alla costruzione del testo antropologico dove avviene la costruzione dell’altro, e in relazione alle strategie retoriche adottate.

E ancora

In altri termini la svolta letteraria di James Clifford, che è assieme epistemologica, è anticipata dalla riflessione che il concetto classico di cultura e di luogo antropologico non sia più oggetto di esperienza diretta. Ma di un esclusivo artificio dell’antropologo in un’osservazione sistemica e autoreferenziale dell’esperienza filtrata da un soggetto partecipante. L’antropologo appunto.

Da qui la finzione etnografica intesa come costruzione testuale operata dall’antropologo. In questa visione la cultura tradotta in testo diventa una finzione, una simulazione spinta del reale. Costruita e ri-costruita dall’antropologo dove, nell’accezione postmoderna, la cultura non può più essere oggetto diretto di esperienza ma diventa artificio, costruzione, finzione appunto.

Maggiori pubblicazioni di James Clifford:

  • Scrivere le culture. Poetiche e politiche dell’etnografia, 1986;
  • I frutti puri impazziscono. Etnografia, letteratura e arte nel secolo XX, 1988;
  • Strade. Viaggio e traduzione alla fine del secolo XX, 1997;
  • Ai margini dell’antropologia: interviste, 2003.

Ciao, sono Sergio Straface e sono un Antropologo. Mi occupo di ricerca etnografica e lavoro nel Marketing e nel Management dei Beni Culturali e del Territorio. Qui scrivo di tradizioni popolari e folklore – ricette e food – religiosità popolare – reportage – comunità storico-linguistiche calabresi – abbazie, chiese, conventi e santuari… insomma tutto quello che ha a che fare con l’universo etno-antropologico soprattutto in Calabria. Vai al Blog

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