Natale
Il Natale, 25 dicembre, secondo il calendario liturgico delle chiese cristiane e greco-ortodosse è il giorno in cui si solennizza la nascita di Gesù. Si tratta della festa più popolarmente sentita dai cristiani che nella cultura occidentale ha assunto il significato laico dello ‘stare assieme’, del consumo alimentare, dello scambio di doni e degli auguri.
Diversi antropologi si sono occupati del Natale con le sue tradizioni, i costumi e i riti legati, come Claude Lévi-Strauss e Arnold Van Gennep. Van Gennep, nel suo I riti di passaggio, propone il Natale come un rito di passaggio manifesto in ogni sua dimensione (temporale, astrale, religiosa, etno-antropologica e folklorica) considerando il Natale come un non tempo, una frattura temporale con una sospensione del tempo portatore di seri rischi.
Il Natale, così come lo festeggiamo noi, pare sia una festa cristiana che affonda le sue radici in Roma, una data simbolica che si collega al solstizio d’inverno e alla festa romana di epoca imperiale detta Natale Invicti, il Natale del Sole Invitto fissato dall’Imperatore Aureliano il 25 dicembre, ovvero qualche giorno dopo il solstizio d’inverno quando il nuovo sole sale sull’orizzonte celeste.
In quest’epoca il Sole Invitto si celebrava con riti, cerimonie e giochi spettacolari attirando l’attenzione e la partecipazione di numerosi cristiani, così la chiesa cattolica pensò di celebrare nello stesso giorno il Natale, quindi la nascita di Cristo preannunciato già dai profeti nell’Antico Testamento come Luce e Sole. In realtà il culto del sole era entrato in Roma con la religione mitriaca secondo cui il sole simboleggia l’epifania del Dio creatore del cosmo, visione ereditata nella teologia platonica secondo cui il sole è una delle ipostasi del Dio unico.
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