Raffaele Corso
Raffaele Corso (1885–1965) è stato un etnografo e antropologo calabrese che può essere definito un antenato totemico dell’attuale etno-antropologia italiana e in particolare degli studi sul folklore.
Fu un grande raccoglitore di testimonianze della tradizione folklorica Calabrese, amico di Benedetto Croce e discepolo del grande antropologo siciliano Giuseppe Pitrè, dal quale apprese il rigore scientifico nello studio e nella raccolta di manufatti della cultura popolare e, alla morte del Pitré, gli fu addirittura proposto di succedergli nella cattedra di demopsicologia all’università di Palermo.
Raffaele Corso fu un grande innovatore e precursore di una genuina sensibilità etno-antropologica che lo portò presto a indagare le dinamiche del folklore e in quello che oggi viene definita l’antropologia del noi. Fu un africanista e in Italia approfondì lo studio del cerimoniale e del rito nuziale soffermando la sua attenzione al profondo valore rituale del dono che non poteva tradursi in un mero scambio di merci.
Inoltre, Raffaele Corso collaborò con Lamberto Loria nella raccolta di materiale etnografico e nell’istituzione di un Museo di Etnografia Italiana. Fu il primo in Italia a insegnare etnografia, prima dell’università di Roma e di seguito all’Istituto orientale di Napoli. E ancora, sostituì Lamberto Loria nella direzione del Museo Etnografico di Roma, fondò la rivista Il Folklore italiano, Archivio per la raccolta e lo studio delle tradizioni popolari italiane poi denominata Folklore.
A Raffaele Corso è intitolato il Museo Calabrese di Etnografia e Folklore di Palmi, museo intimamente legato alla sua attività di ricerca e di minuziosa raccolta di manufatti, espressione delle cosiddette culture subalterne della Calabria centro meridionale. Museo, fra l’altro, riconosciuto d’importanza internazionale dall’UNESCO.
Maggiori pubblicazioni di Raffaele Corso:
- L’arte dei pastori, 1920;
- Storia-Obietto-Metodo, 1923;
- Reviscenze, 1927;
- Gli studi delle tradizioni popolari nel clima fascista, 1939;
- Etnografia-Prolegomeni, 1941;
- Africa, cenni razziali, 1941;
- Aspetti di vita africana, 1943;
- I popoli dell’Europa. Usi e costumi, 1948.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!