Spilinga
Spilinga è una piccola cittadina in provincia di Vibo Valentia di circa 1.500 abitanti sul versante Tirrenico calabrese…
La storia di Spilinga è indissolubilmente legata alle vicende storiche di Tropea della quale fu casale fino al 1807. Anche qui, infatti, i Bizantini, gli Arabi, Normanni hanno lasciato tracce nella lingua, nella cultura, nelle tradizioni, negli usi e nei costumi.
Le origini
Le origini del suo nome sono dibattute, secondo alcuni pare derivi dal greco Spelunga, cioè grotta. Secondo altri da Spelaion-ghe, cioè terra ricca di grotte e secondo altri ancora da Spelinka, cioè caverna.
Secondo il filologo, linguista e glottologo tedesco Gerhard Rohlfs, a proposito delle origini del nome Spìlinga, ricorda che oltre a nome di comune Spìlinga è anche nome di contrada. Impiegato particolarmente nella Calabria centro meridionale, quindi nei comuni di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria.
Inoltre, Gerhard Rohlfs, segnala l’origine greca della parola Spillinga. Infatti, il greco calabrese parlato soprattutto nell’area grecanica o grecofona della Calabria non discende dalla medievale koinè bizantina. Ma dalla parlata greca antica propria della Magna Grecia. E questo perché l’antico vocabolo non è più conosciuto in Grecia, però la voce ha resistito nel dialetto greco di Bova. Preziosissimo documento di un antico ellenismo, come tanti altri antichi vocaboli che soli sopravvivono nella grecità calabrese.
Storia e cultura
Le principali risorse economiche di Spilinga sono l’agricoltura e l’allevamento, sia di suini che di bovini. Il prodotto tipico, conosciuto in tutta Italia e nel mondo, è la ‘Nduja. Un tipico salume prodotto con le parti grasse del suino e con l’aggiunta del peperoncino piccante calabrese.
Spilinga è inoltre una cittadina con un interessante impianto urbano con importanti architetture religiose e civili. Tra questi si ricorda il santuario della Madonna della Fontana o delle Fonti, a breve distanza dall’abitato e in un’antica grotta eremitica. La Chiesa di San Giovanni Battista del 1645. La Chiesa di Carciadi dedicata a santa Maria della Misericordia, fa capolino dal punto più alto dell’abitato. La Chiesa di Panaìa dedicata alla Madonna dei Cento Ferri.
E ancora, l’acquedotto rurale, di epoca murattiana, che rievoca lo stile degli antichi acquedotti romani con una struttura in pietra ad arch. Le grotte eremitiche scelte dagli eremiti in epoca medievale come luogo di rifugio e di preghiera. Come la grotta di San Leo, nella valle fra Spilinga e Carìa dove rimangono cinque frammenti di affreschi del XVI sec.
Di notevole importanza è la Valle Ruffa, sia per l’aspetto naturalistico sia per l’aspetto storico con resti di antichi mulini alcuni ancora ben conservati attivi fino agli anni 50 del secolo scorso.
Ps: la foto è tratta da Google Immagini.
Articoli su Spilinga
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Salve,
mi fa piacere che abbia letto l’articolo. E’ vero, la nostra terra è ricca di sapori e di luoghi da gustare!
A presto,
Sergio