Tullio Seppilli

Tullio Seppilli

Un’antropologia come ricerca nel cuore stesso della società, dei suoi problemi e delle sue ingiustizie. Un’antropologia per capire, ma anche per agire, per impegnarsi.

Tullio Seppilli (1928 – 2017) è stato un antropologo e comunista italiano formatosi prima in Brasile dove si trasferì con la famiglia a seguito alle leggi razziali. A San Paolo segue le lezioni universitarie di Roger Bastide (sociologo e antropologo francese che ha fondato la sociologia della malattia mentale) e Georges Gurvitch. Qui conduce le prime ricerche sul campo, per poi laurearsi e specializzarsi a Roma diventando assistente e collaboratore di Ernesto de Martino.

Un guru

Considerato un guru per chi ebbe la fortuna di conoscerlo, Tullio Seppilli ha insegnato all’Università di Firenze e di Perugia. Qui invitò i suoi assistenti e i suoi allievi ad aprire gli occhi all’altro da sé, alimentando l’Antropologia del noi conducendo importanti studi sulla medicina popolare e i guaritori nell’Italia centrale.

Studi che lo fecero diventare in breve tempo tra i più influenti antropologi del secondo novecento, soprattutto per i sui contributi che confluiranno nell’Antropologia medica.

L’antropologia del fare

Fermamente convinto dell’importanza del valore politico e sociale dell’antropologia, Tullio Seppilli, più di altri suoi contemporanei colleghi, era animato dall’Antropologia del fare.

Seppe contaminare in modo inedito diverse discipline come antropologia, sociologia e psichiatria, per occuparsi di diversi ambiti di ricerca ancora poco noti e al tempo poco indagati. Come la migrazione, per stimolare la nuova Antropologia delle società complesse di seguito definita dagli antropologi francesi Antropologia dei mondi contemporanei.

L’uomo al centro

Il filo conduttore delle sue oltre 450 pubblicazioni è un’Antropologia che poggia i pedi sulle scienze naturali, si appoggia alle scienze umane e guarda verso le scienze sociali. In questo intento, Tullio Seppilli pone l’uomo al centro della sua riflessione antropologica nella sua condizione umana, biologica, culturale e storico-sociale.

L’antropologia medica

Così, Tullio Seppilli indagò e riordinò collezioni di ex-voto e amuleti, studiò la medicina popolare. Con la sua psichiatria radicale pensò al superamento degli ospedali psichici riflettendo sulla devianza psichica. E ancora, sugli stati di coscienza, sui problemi etico-scientifici dei programmi di educazione alla salute mentale, al rapporto medico-paziente, alla multidimensionalità della malattia. E non per ultimo agli sviluppi della biomedicina e all’impiego delle medicine non convenzionali per una medicina scientifica sistemica e unitaria.

Studi che hanno contribuito, nel 1978, alla legge Basaglia che impose la chiusura dei manicomi. Disciplinando, inoltre, il trattamento sanitario obbligatorio istituendo i servizi d’igiene mentale pubblici facendo dell’Italia il primo paese al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici.

Principali pubblicazioni di Tullio Seppilli:

  • Il sincretismo religioso afrocattolico in Brasile, 1955.
  • La acculturazione come problema metodologico, 1955.
  • L’antropologia culturale nel quadro delle scienze dell’uomo: appunti per un memorandum, 1958.
  • Il contributo della antropologia culturale alla educazione sanitaria, in “L’Educazione Sanitaria”, 1959.
  • Le feste contadine di segalavecchia in Umbria, 1959.
  • Social conditions of fertility in a rural community in transition in central Italy, 1960.
  • Sulla condizione socio-culturale della donna nel mondo rurale in transizione, 1960.
  • L’esplorazione dell’Amazzonia,1964.
  • Schema concettuale di una teoria della cultura, 1973.
  • La ricerca sulle tradizioni popolari e il suo uso sociale nel quadro di una politica democratica dei beni culturali in Cultura popolare e Marxismo, 1975.
  • La medicina popolare in Italia, in “La ricerca folklorica: contributi allo studio della cultura delle classi popolari, 1983.
  • Antropologia culturale e strategie sanitarie, 1984.
  • Medicine e magie, 1989.
  • La tradizione ceramica in Umbria: dall’antichità al Novecento, 1997.
  • Migrazioni e culture alimentari, 2002.
  • Scritti di antropologia culturale, 2008.

Ciao, sono Sergio Straface e sono un Antropologo. Mi occupo di ricerca etnografica e lavoro nel Marketing e nel Management dei Beni Culturali e del Territorio. Qui scrivo di tradizioni popolari e folklore – ricette e food – religiosità popolare – reportage – comunità storico-linguistiche calabresi – abbazie, chiese, conventi e santuari… insomma tutto quello che ha a che fare con l’universo etno-antropologico soprattutto in Calabria. Vai al Blog

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2 commenti
  1. Paola
    Paola dice:

    Sono Paola Caruso aspirante antropologa medica preparata nello studio dell’ uomo nei diversi livelli umani. Spirituali. L articolo che hai scritto sulle testimonianze e sugli studi condotti sul campo dall antropologo rileva che ogni mente ed uomo geniale ha incentrato i suoi studi sui propri percorsi umani e spirituali. Mi auguro che trovi il mercato giusto per realizzare le tue opere. Le opere dei grandi sono sempre validi per gli appassionati non certo per la società che viviamo. Ciao Paola caruso

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    • Sergio
      Sergio dice:

      Gentile Paola, grazie per il tuo commento.
      Complimenti per la tua aspirazione e in bocca al lupo per il tuo lavoro, l’antropologia medica ha un fascino irresistibile, sia per complessità epistemologica che per la sua concreta utilità. In quanto a ‘noi’ il tentativo è quello di appassionare anche chi, apparentemente, non lo è.
      Grazie ancora,
      Sergio

      Rispondi

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