Il Rito del Voto di Penitenza a San Floro in Calabria
Il rito del Voto di Penitenza si ripete ogni anno la prima domenica di maggio a San Floro, piccolo paese in provincia di Catanzaro in Calabria. A seguito di pubbliche preghiere, e con il capo cinto di una corona di spine, i fedeli seguono la processione penitenziale accompagnando la statua del Santo Patrono…
5 Minuti di letturaIn futurum et in perpetum…
San Floro
Siamo a San Floro, piccolo comune di poco meno 700 anime in provincia di Catanzaro, nel territorio conosciuto anche come Costa degli aranci, adagiato su una fiorente e ricca zona collinare a pochi chilometri dalla costa Jonica.
Pare che il borgo di San Floro fosse abitato sin dal neolitico. In ogni modo ritrovamenti archeologici attestano che questo territorio rientrava in quello della colonia magno greca di Scolacium. La città del grande Cassiodoro (politico, letterato e storico romano).
Alcuni storici sostengono l’ipotesi che il borgo di San Floro sia stato fondato dai monaci Basiliani che tra l’altro portavano con loro alcune reliquie di Santi tra cui quella di San Floro Martire. Maestro scultore sottoposto al martirio nella prima metà del II secolo in Illiria assieme al fratello gemello Lauro.
Qui da quasi 3 secoli e precisamente dal 1765 si ripete il singolare rito del voto di penitenza a San Floro…
La storia del Voto di penitenza a San Floro
Nel 1764 la peste imperversava in tutto il Regno di Napoli mietendo numerose vittime. In quel tempo i frati e i preti presentavano il contagio come un castigo divino e la popolazione sperava nell’aiuto dei Santi. Così le manifestazioni di religiosità popolare diventarono un evento ordinario alimentando atti e voti di penitenza individuale e collettiva.
La tradizione orale tramandata in paese ricorda con estremo e ostentato orgoglio come la scienza medica non riuscì a proporre rimedi efficaci contro la terrificante pesta. Le cure dei medici risultarono praticamente inutili rispetto le quotidiane e numerose morti. Accadde allora che i Sanfloresi non trovando altro rimedio invocarono l’intercessione del Santo Patrono chiedendo perdono dei peccati commessi.
L’intercessione
Il Sindaco dell’epoca Don Carlo Zolea nel maggio 1765 convocò l’Università locale (che equivaleva all’odierna giunta comunale) nella Chiesa di Santa Caterina (Chiesa di seguito distrutta dal terribile terremoto del 1783 conosciuto come il terremoto di Reggio e Messina). Qui era eretta la cappella con la statua e le reliquie di San Floro Martire.
In cambio dell’intercessione del Santo Patrono con rogito notarile (scritto e ancora letto pubblicamente in latino) i Sanfloresi fecero il voto di penitenza…
Così in futurum et in perpetum la prima domenica di maggio a seguito di pubbliche preghiere con capo cinto di una corona di spine si sarebbe tenuta una processione penitenziale accompagnando la statua di San Floro per le vie del paese. Inoltre l’Università s’impegnò a fornire rotola cinque di cera bianca lavorata (oggi se ne occupa la giunta comunale). Nei giorni e nei mesi successivi la peste cominciò a cessare fino a scomparire…
Il rito del Voto di penitenza a San Floro
Ognuno di noi è libero di credere o non credere all’efficacia del voto di penitenza a San Floro e alla conseguente intercessione del Santo. Quello che più conta, però, è che i Sanfloresi ci credono e vivono questo giorno con grande trasporto e partecipazione emotiva.
E ancora, il rito del voto di penitenza a San Floro è un’occasione rituale di estremo fascino. Un’espressione di fede, di devozione e tradizione popolare direi unica nel suo genere.
Così, ogni anno, la mattina della prima domenica di Maggio tutti i Sanfloresi si recano in Chiesa con al capo una corona di spine per venerare la statua di San Floro…
I Vutureddha
In molti portano i Vutureddha. Particolari dolci rituali (alcuni di forma antropomorfa) offerti come ex-voto esposti all’interno della Chiesa e acquistati nuovamente dai fedeli a riscatto e con libera offerta.
Finito il riscatto dei Vutureddha dalla Chiesa parte il corteo verso la piazza antistante. Qui la statua del Santo Patrono è esposta su un palco per permettere la venerazione a tutti i fedeli.
Il rito
Segue il rinnovarsi del voto solenne con la lettura in latino dell’atto notarile del 1765 chiamato il Testamento di San Floro con la consegna dei rotola cinque di cera bianca lavorata. Inoltre tutti i fedeli s’inginocchiano al passo che ricorda l’invocazione di San Floro con ginocchia piegate appunto.
A questo punto inizia la processione penitenziale per le strade del paese con il canto Perdono mio Dio… Perdono Pietà… senza accompagnamento musicale. Per la precisione quest’anno (1 Maggio 2016) per via delle cattive condizioni del tempo la processione si è tenuta all’interno della Chiesa con il conseguente consumo dell’eucarestia e il bacio della reliquia di San Floro.
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E così…
E così con il Bacio della Reliquia il rito del Voto di Penitenza a San Floro termina. I fedeli quindi s’intrattengono nella piazza antistante la chiesa per poi raggiungere progressivamente l’intimità delle rispettive case per consumare il pranzo della domenica. E magari anche i Vutureddha.
A presto, Sergio.
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