La sfilata delle Pullicinelle di Cellara in Calabria
La sfilata delle Pullicinelle di Cellara in provincia di Cosenza, un affascinante e divertente rito che si ripete ogni anno il venerdì che precede l’ultima domenica di Agosto…
Cellara
Cellara è un minuscolo borgo di poco meno 500 anime in provincia di Cosenza adagiato su una breve collina, a circa 800 metri sopra il livello del mare. Circondato da boschi di castagni e pini ai piedi della Sila.
Sull’origine di Cellara bisogna risalire alle incursioni saracene. Quando nell’anno 975 Cosenza fu rasa al suolo e gli abitanti che riuscirono a scampare alle scorrerie Saracene si riversarono nei luoghi circostanti più sicuri e meno accessibili creando i casali.
I Casali Cosentini nascono infatti formandosi come villaggi e Cellara era uno di questi.
Qui, durante i festeggiamenti in occasione della festa votiva a San Sebastiano, il venerdì che precede l’ultima domenica di Agosto, sfilano le Pullicinelle. Giganteschi pupazzi in cartapesta che vengono bruciati dopo aver percorso le vie del paese.
Si tratta di una sfilata che si ripete ogni anno da oltre un secolo e molto probabilmente dalla seconda metà del 1800…
Una chicca storica: l’eleganza della tradizione
Il termine più indovinato per definire e visualizzare in un’immagine la tradizione è eleganza, esattamente come in Amarcord di Federico Fellini.
Così come nella Rimini felliniana ricostruita a Cinecittà anche a Cellara non ci sono comparse. Ogni personaggio è un personaggio che con le sue complessità e insieme a quelle degli altri compaesani definisce e ri-definisce la comunità.
Qui però il film è reale, la realtà non concede spazio alla nostalgia e in questo film reale tra i tanti personaggi qualcuno è di particolare risalto.
E allora, se attualmente si costruiscono e sfilano diverse Pullicinelle gli anziani ricordano che fino alla seconda metà del secolo scorso (precisamente fino al 1964) a Cellara sfilava una sola Pullicinella. Pullicinella costruita da mastro Umberto e portata da tale Cicco ‘e Ligiazzu (che sta per Francesco di Luigi).
I personaggi
Cicco ‘e Ligiazzu era un uomo molto affettuoso e particolarmente divertente. Per puro e genuino divertimento, il sabato che precedeva la processione votiva di San Sebastiano usava infilarsi dentro la Pullicinella per sfilare per le vie del paese
La Pullicinella a quei tempi era un pupazzo piuttosto brutto, spesso solo abbozzato. E al suo passaggio alcuni Cellaresi accennavano fare passi di danza e offrire a Cicco un bicchiere di vino, che lui ovviamente gradiva.
Gli adulti attendevano il passaggio della Pullicinella sugli usci delle case che davano sul corso di Cellara o agli incroci delle stradine. Invece le anziane e le bambine spiavano facendosi spazio dietro le tende delle finestre.
I giovani (per lo più maschi) seguivano la Pullicinella con in mano le sinaglie o stizze (fiaccole realizzate con tronchi di pino impeciati e infornati) e incitavano Cicco ‘e Ligiazzu che percorreva il corso divertendo i Cellaresi con il suo singolare modo di portare e ballare la Pullicinella.
E ancora
Cicco ‘e Ligiazzu era indubbiamente riconosciuto come il miglior portatore di Pullicinelle di Cellara. Sfilava accompagnato dal suono della grancassa suonata da tale Nicola ‘e cent’anni, che veniva dalla vicina Mangone, e da quello dei tummarini, che arrivavano da Sant’Ippolito (una frazione di Cosenza) considerati i più bravi tummarinari della zona.
Altri cellaresi decisamente bravi a suonare e che accompagnavano la Pullicinella di Cicco ‘e Ligiazzu erano tale Patacca, che suonava la grancassa, mentre l’avvocato Vincenzo Montemurro suonava il tummarino (il tamburo).
Si tratta di una storia molto bella… e all’arrivo di questi personaggi in piazza San Sebastiano si viveva una reale esplosione di energia. Tutti i cellaresi ballavano al ritmo cadenzato e incalzate della grancassa e dei tummarini per poi arrivare sfiniti alle vasche dove la Pullicinella veniva finalmente bruciata.
Come dicevo poco prima, qui la realtà non concede spazio alla nostalgia perché la sfilata delle Pullicinelle di Cellara si ripete ogni anno da oltre un secolo. E, benché i personaggi siano cambianti, a Cellara ancora oggi ogni personaggio è un personaggio…
La sfilata delle Pullicinelle di Cellara
A vrusciamu o no, a vrusciamu si o no!
Ci siamo, è il venerdì che precede l’ultima domenica di Agosto, è il giorno del divertimento, della tregua dalla routine giornaliera, il giorno della follia. E’ il giorno della sfilata delle Pullicinelle di Cellara e si tratta di un rito particolarmente giocoso e coinvolgente.
In questo giorno i tummarinari percorrono le stradine del paese sin dalle prime ore del mattino. Si divertono a disturbare chi è in casa fermandosi sugli usci aperti per magari scroccare un buon bicchiere di vino. Mentre nei due bar di Cellara vengono stappate le prime bottiglie di birra. Intanto tra i vicoletti del borgo comincia a sentirsi l’odore del cucinato.
Nel pomeriggio irrompono gli schiamazzi di gruppi di bambini che improvvisano buffe sfilate di curiose Pullicinelle da loro costruite. Nelle case si organizzano ricevimenti per accogliere parenti o amici.
I ragazzi più grandi, invece, nascondono nelle fessure dei muri bottiglie di vino da bere durante le tappe serali.
Sono le 20:30 circa… è tutto pronto. I vicoletti di Cellara sono già affollati e i tummarinari cominciano a riscaldare i portatori con rollate prolungate e incalzanti. Mentre i portatori cominciano a far uscire le Pullicinelle.
I portatori, eccetto, Salvatore s’infilano nelle loro Pullicinelle e iniziano a volteggiare mentre i ragazzi più grandi assieme a Salvatore confabulano, si abbracciano e si incitano a vicenda.
I ragazzi disposti dietro l’ultima Pullicinella iniziano a intonare i primi cori. Alcuni sono rivolti a Cellara altri alle Pullicinelle. Infine intonano quelli rivolti a Salvatore che galvanizzato dalla folla e dopo qualche simulazione entra nella sua Pullicinella e inizia a danzare.
Incredibile
E’ incredibile, questi ragazzi si divertono veramente e dal momento in cui Salvatore entra nella sua Pullicinella succede l’inspiegabile. Urla e cori. Le Pullicinelle si esibiscono con balli, saltelli, inchini e corse sfrenate. E ancora tappe rituali con l’offerta del vino e soste davanti le case di parenti e amici.
Arrivati a circa 50 metri dalla Piazza San Sebastiano Salvatore appoggia la sua Pullicinella per terra e i ragazzi del corteo si dispongono per prepararsi alla corsa finale.
Allora Salvatore solleva la sua Pullicinella e inizia la corsa e, esattamente come in passato, in piazza San Sebastiano l’energia esplode. Qui tutti danzano assieme alle Pullicinelle per circa venti minuti per infine raggiungere le vasche dove inizia il rogo e la danza finale intorno al fuoco.
Leggi anche: La processione di San Sebastiano a Cellara in Calabria
La bruciamo?
Da oltre tre secoli a Cellara annualmente si ripete il ciclo festivo dedicato al Santo protettore con la sfilata delle Pullicinelle e la Processione di San Sebastiano. La prima il venerdì, la seconda l’ultima domenica di Agosto.
Si tratta anche dell’occasione del ritorno in paese dei numerosi emigrati nel nord Italia e nelle Americhe, così come anche il passaggio di turisti e curiosi.
A questo punto è decisamente difficile aggiungere altro, il miglior modo per definire una tradizione popolare è viverla, parteciparla. E allora bisogna ricordare questa data (il venerdì che precede l’ultima domenica di Agosto) e segnarla in agenda: la sfilata delle Pullicinelle di Cellara.
A presto, Sergio.
Ps: si ringraziano i ragazzi di Cellara.
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