La fetta di Catanzaro Lido

La vera storia della Fetta di Catanzaro Lido

La Fetta di Catanzaro Lido, un curioso crostino farcito diffuso un po’ ovunque e praticamente perfetto per accompagnare una birra tra amici…

5 Minuti di lettura

Leggende metropolitane

Ci sono leggende metropolitane che si presentano come storie vere ma che, in effetti, sono storie con fatti ipotetici presentati come se fossero realmente accaduti. Si tratta di strane storie, verosimili, spesso tramandate oralmente e che alimentano la fantasia urbana.

Poi ci sono storie vere, di successo, che hanno alimentato diverse fantasie e leggende metropolitane. Anche queste tramandate oralmente, dove i fatti non sono ipotetici ma realmente accaduti. E questa è la vera storia della Fetta di Catanzaro Lido.

Questa è la vera storia della Fetta di Catanzaro Lido, anche perché in questo caso sono molte le leggende metropolitane più o meno inventate su questo curioso e diffuso piatto social.

E allora Catanzaro, l’attuale capoluogo della Regione Calabria e capoluogo storico dell’antica provincia di Calabria Ultra, nel territorio conosciuto anche come Costa degli aranci. Città che si affaccia sul golfo di Squillace conosciuta anche come la città dei tre colli, dei due mari, delle tre V (San Vitaliano, il Vento e il Velluto) e Catanzaro Lido è il suo quartiere marinaro.

La Fetta di Catanzaro Lido

A differenza di ogni sua leggenda metropolitana, la vera storia della Fetta di Catanzaro Lido ha un anno di nascita, un luogo, un solo inventore (Mimmo Sabbarese) e soprattutto 4 paroline magiche. O meglio una serie di parole che magicamente hanno generato la Fetta e sono rimaste nella storia. Parole magiche che in pochissimi conosciamo e che evidentemente non compaiono in nessuna delle leggende metropolitane.

E allora, erano gli anni della nostra adolescenza, più o meno la metà degli anni ’90. Mentre il luogo era il primo Alexander, ai tempi una piccola birreria in un vicoletto di Catanzaro Lido, birreria che ormai non c’è più. Era lì che trascorrevamo molte delle classiche sere d’inverno, sere di vento e umidità.

Era lì che bevevamo Red Erik, per intenderci la birra di colore rosso ambrato della Ceres con sull’etichetta l’immagine di un condottiero nordico con l’elmo cornuto. E fu lì che in una di quelle sere, e dopo qualche Red Erik, Mimmo Sabbarese decise di chiedere a Mario e Tonino una serie di Fette suggerendo gli ingredienti e i dettagli di cottura pronunciando le paroline magiche: usufruisci ambo i lati.

Usufruisci ambo i lati

Usufruisci ambo i lati significa piastrare le fette del panino da entrambi i lati appunto, e questo per conferire croccantezza in superficie mantenendo la tipica morbidezza nell’interno.

In altri termini la Fetta di Catanzaro Lido è un crostino, o meglio il crostino di panino farcito e di seguito tagliato a spicchi. Un saltimbocca, uno stuzzichino praticamente perfetto per accompagnare la birra sia prima che dopo la cena.

Ora, se la fantasia urbana ha alimentato diverse leggende, con improbabili inventori della Fetta e insoliti luoghi di nascita, quello che accadde dalla seconda metà degli anni ’90 a Catanzaro Lido fu incredibile. Fu incredibile perché da allora fino a oggi più o meno tutte le birrerie e i pub propongono nel loro menù la Fetta, o meglio la Fetta di Catanzaro Lido.

La ricetta e la preparazione della Fetta di Catanzaro Lido

In verità la Fetta di Catanzaro Lido è un ibrido. Un piatto per metà crostino e metà panino, ne consegue che non è né un crostino né un panino. Ma prima ancora la Fetta di Catanzaro Lido è un saltimbocca social, perché ogni Fetta va tagliata a spicchi, ogni Fetta va condivisa.

Così, benché la ricetta della Fetta di Catanzaro Lido sia molto semplice e veloce, tocca abbandonare l’idea di usare crostini o bruschette già fatte. E allora, con la piastra a temperatura, bisogna abbrustolire una fetta di panino da ambo i lati sul piano di cottura esercitando una leggera pressione con il piano superiore della piastra.

La fetta di Catanzaro Lido_5

A questo punto, quando la fetta del panino è calda e ben abbrustolita, è sufficiente farcire il lato interno con gli ingredienti desiderati.

La ricetta originaria, quella classica, è uno strato di salsa rosa, pomodori tagliati a tocchetti e conditi, tonno. Il tutto deve essere ricoperto da tre fettine di provola e di seguito nuovamente sulla piastra.

La fetta di Catanzaro Lido

La fetta di Catanzaro Lido

Esiste però un segreto, un trucco, conviene ricoprire la sezione superiore della Fetta con carta da forno, e questo per ovvi motivi.

La fetta di Catanzaro Lido

La fetta di Catanzaro Lido

In ultimo, la Fetta di Catanzaro Lido deve essere servita rigorosamente tagliata a spicchi e su un piatto magari al centro del tavolo.

Leggi anche: Piatti tipici della tradizione calabrese: la Tiana di agnello di Catanzaro

La Fetta di Catanzaro Lido, un cibo replicabile

Accantonate tutte le variabili leggende metropolitane, e svelata la vera storia della Fetta di Catanzaro Lido, ci possiamo accorgere che alcune curiose ricette nascono, anche, come semplici prodotti dell’intuito individuale. Diventando in un certo senso patrimonio comune, condiviso, condivisibile e quindi replicabile.

La Fetta di Catanzaro Lido è un cibo replicabile appunto, da replicare, ri-proporre e addirittura re-inventare, se vogliamo, anche immaginando nuove leggende metropolitane. Una replicabilità che consegue, però, da una prima volta con un anno, un luogo e un nome: il 1995, l’Alexander e grazie Mimmo Sabbarese!

A presto, Sergio.


Ciao
, sono Sergio Straface e sono un Antropologo. Mi occupo di ricerca etnografica e lavoro nel Marketing e nel Management dei Beni Culturali e del Territorio. Qui scrivo di tradizioni popolari e folklore – ricette e food – religiosità popolare – reportage – comunità storico-linguistiche calabresi – abbazie, chiese, conventi e santuari… insomma tutto quello che ha a che fare con l’universo etno-antropologico soprattutto in Calabria. 
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